Lui & Lei
Nunzia & Faccia Stropicciata
di xNemesi
04.04.2024 |
2.590 |
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"Mi invitò a sedermi sul bordo del letto, poi prese da uno scatolone un dvd lo mise nel lettore e si sedette vicino a me..."
Buongiorno mi chiamo Nunzia.Probabilmente avete già letto qui una delle mie storie che si intitolava Lady Smutandata & Katzino. E’ che la realtà spesso supera molto la fantasia e al giorno d’oggi direi che di fantasia ce ne vuole davvero tanta per arrivare alla fine del mese per una come me che vorrebbe continuare a studiare ma non ha i soldi per farlo.
***
Conobbi quest'uomo casualmente all'uscita da un cinema.
Gli cadde il portafoglio cercai di riconsegnarglielo ma lui salì sulla sua moto sparendo nel traffico. Non conoscendo bene la zona non sapevo neanche dove poter trovare una stazione dei carabinieri e decisi di aprire il portafoglio e vedere di chi fosse.
Studiai per bene la sua carta d'identità.
L'uomo che aveva perso il portafoglio non lo avevo visto bene in faccia, ma ora dal documento potevo vedere la sua foto.
La prima cosa che pensai nel vederla è che era una foto venuta davvero male, no perché per ironia della sorte, sembra quasi che nei documenti di identità finiamo quasi di sforzarci per essere irriconoscibili.
Va beh, l'indirizzo invece stranamente lo conoscevo, una via a pochi isolati da casa mia.
Sotto la voce professione c'era scritto fabbricante di scope. Fabbricante di scope?
Ma dai, non ci credo, pensai. Anche se la cosa ammetto che mi incuriosì parecchio.
Provai a cercare un suo numero di telefono per contattarlo ma niente, così la mattina dopo andai direttamente all’indirizzo del tale delle scope.
Scoprii che viveva sopra un bar frequentatissimo da studenti universitari, citofonai un paio di volte ma niente, poi dopo la terza e prolungata scampanellata la finestra del primo piano si aprì e un tale con la faccia stropicciata di uno che si è appena svegliato si affacciò guadandomi con un’espressione mista di odio e sorpresa.
Sembrava proprio il tizio della foto.
Senza parlare, con una mano agitai il suo portafoglio sopra la mia testa.
Il portoncino di ingresso si aprì.
Salii al primo piano e mi ritrovai davanti la sua porta accostata. Me lo ritrovai davanti e sì, decisamente si era appena svegliato, era scalzo e indossava solo jeans e t-shirt.
- Buongiorno, mi scusi l'intrusione è che ieri per strada ho trovato il suo portafoglio e…
- Ah, grazie. Mi rispose telegrafico, poi allungò la mano per prendere il portafoglio restando in silenzio. Stavo per andarmene quando lo sentii pronunciare un:
-Aspetti…
Controllò nel portafoglio. Pensai che mi volesse dare una mancia per la correttezza del mio comportamento e invece:
- Ci sono tutti, ok grazie. E mi chiuse la porta in faccia.
Ma tu pensa questo stronzo, sto mal fidato del cazzo pensai.
Scesi le scale per uscire da quel palazzo di merda, ma il simpaticissimo faccia stropicciata non mi aveva riaperto il portoncino. Ma dove cavolo sta il pulsante? Cercai dappertutto niente.
Dovetti risalire e ribussare alla porta del faccia di merda.
Dopo almeno cinque minuti riaprì la porta ancora più scoglionato di prima, anche se almeno con i capelli a posto non sembrava più un leone scappato dallo zoo.
- Che c'è ancora?
- Se mi apri magari esco.
- Ah ok.
Nel voltarmi mi scappò un “vaffanculo”, ma pianissimo.
Il tipo:
- Oh che hai detto?
- Ti ho detto vaffanculo, anzi già che ci sei ti dovresti levare quella scopa che ti ritrovi nel culo e cercare di essere un po’ più gentile con le persone, anzi con me visto che mi sono sbattuta per venire da te!
Fu a quel punto che faccia stropicciata mi sorrise e con una specie di inchino mi invitò a entrare in casa. Era matto?
Beh se lui era matto io ero davvero scema perchè entrai.
Percorremmo un lungo corridoio su cui si aprivano da entrambi i lati molte stanze che sembravano una specie di magazzino, un macello di roba e scatole ovunque.
Arrivammo in un soggiorno con un fantastico divano blu di prussia sotto un enorme specchio e poi sulla parete di fronte una specie di grande opera d'arte moderna sembrava un Mondrian le cui linee erano fatte con manici di scopa.
- Lo prendi un caffè?
- Ok. Risposi.
Faccia stropicciata era strano e a guardarlo meglio, non era bello ma bello.
Si lo so che non ha senso, non era un uomo con una bellezza oggettiva ma soggettivamente pensai che non era per niente male e se non fosse che in giro di giovani donne un po’ strane come me ce ne sono poche magari per arrivare all'oggettivo sarebbe stato un attimo.
Non so chi dei due andò sul discorso scope.
Aveva questa attività ereditata dai genitori, erano tra i pochi in Italia che facevano le scope interamente a mano. Ne parlava con molto trasporto e a volte mi sembrava che ciò di cui stava parlando non fosse una semplice scopa ma una sorta di oggetto misterioso con un importanza sociale, qualcosa capace di migliorare l’esistenza delle persone.
Io ascoltavo facendo finta che me ne fregasse qualcosa, mentre bevevo un orrendo caffè e intanto mi immaginavo sto matto a far porcate con le scope visto che ne parlava con lo stesso trasporto con cui si parla della propria amante.
Faccia stropicciata parlava e mi guardava decisamente in modo diverso da prima o almeno così mi sembrava, poi dopo una lunga pausa se ne uscì con una domanda:
- Ma tu una scopa nel culo te la sei mai messa?
Quasi sputai il caffè che avevo ancora in bocca strabuzzando gli occhi, poi come se mi avesse chiesto che numero di scarpe portavo gli risposi tranquillamente:
- Ecco a dire il vero è una cosa che mi manca, a parte numerosi cazzi mi è capitato di infilarci anche altre cose, manici di spazzole, zucchine, banane, bottigliette, lattine, persino la leva del cambio della macchina del mio ex fidanzato ma ad un manico di scopa giuro non ho mai pensato…
Faccia stropicciata mi guardò con uno sguardo molto colpito e mi fece cenno di seguirlo.
Mi portò nella sua camera da letto
- Ecco scema che non sei altro adesso ti salta addosso e sono cazzi pensai. Che poi di che “cazzi” parliamo, visto che davanti al suo cazzo che da qualche minuto fissavo pulsare nel rigonfiamento di quei jeans mi ci sarei messa subito da sola e a gambe aperte, magari dopo averlo succhiato per benino.
Mi invitò a sedermi sul bordo del letto, poi prese da uno scatolone un dvd lo mise nel lettore e si sedette vicino a me.
- Lo sai quanti controlli bisogna fare per poter mettere sul mercato un articolo come una scopa artigianale come le nostre? Più di 50. Molti servono solo a valutarne l’estetica, ma altri sono importantissimi ad esempio servono a valutare la levigatezza che dev'essere quella giusta e poi ci sono le prove di durezza torsione e resistenza sotto sforzo del bastone. Perchè se uno dei nostri clienti, tutte persone decisamente altolocate, avesse un qualsiasi tipo di problema durante l’uso poi sarebbero guai seri, anche perché le nostre scope sono garantite 5 anni per qualsiasi tipo d’uso, sia in interno che in esterno. Vuoi saper come si testano?
- Beh non so, avrete dei macchinari che…
- Stai scherzando? Nessun macchinario, ti ho spiegato che siamo un azienda artigianale, facciamo tutto assolutamente a mano, beh si non proprio tutto a mano ma…
- Va beh ho capito e quindi come fate?
Mentre parliamo sullo schermo della TV a 65 pollici appare una elegante signora bionda sulla cinquantina con i capelli raccolti sulla nuca un paio di occhiali da vista con la montatura seriosa che le danno un aria da donna in carriera fasciata in un elegante tailleur color pesca.
- Quella che è appena entrata nella sala certificazioni è la nostra addetta alla qualità, l’unica che ha le capacità per testare che le nostre scope hanno tutte le carte in regola per essere commercializzate soddisfacendo tutti i 50 requisiti di cui ti ho parlato. Lavora con noi da trent’anni ed è davvero unica nel suo lavoro.
- Unica? Va beh…
- Si, si , unica, guarda bene…
La signora in tailleur alza la gonna, si abbassa gli slip alle ginocchia poi si mette a 90 gradi reggendosi con le braccia ad una spalliera svedese mentre da dietro un uomo in camicie bianco di una sessantina d’anni le infila un manico di scopa nel culo iniziando a penetrarla, prima lentamente, poi in modo sempre più energico e profondo imprimendo al bastone diversi tipi di rotazioni e angolazioni.
- Cioè fammi capire sta tipa che sembra un ingegnere aereo spaziale tedesco testa tutte le vostre scope infilandosele nel culo?
- Beh si, ma detto così è un po’ riduttivo...
- Come riduttivo?
- Eccerto, non lo sai che il culo è tra le zone del nostro corpo con più terminazioni nervose? Se il bastone fosse troppo ruvido o troppo liscio Lei se ne accorgerebbe subito, abbiamo anche diversi tipi di finitura a secondo dell’ordine del cliente e Lei riesce a distinguere tutte le differenze, guarda qui..., (e stoppa il video), vedi l'ano come si dilata all'ingresso senza sforzo e senza bisogno di lubrificanti, vedi come si contrae e si stringe intorno all'asta? Recenti studi hanno dimostrato che la muscolatura di un culo un po’ allenato può esercitare una pressione paragonabile a quella presente nella mandibola di un leone in fase di masticazione.
- Cioè un buco de culo può rompere un manico di scopa come quello, che a dire il vero mi sembra anche un po’ grosso, anzi decisamente grosso eh...
- Se non è stato fatto bene si, e poi non è grosso, vero che non è il solito manico, ha diciamo una forma con degli spessori variabili, per modo dire “ergonomici”
- Se va beh, diciamo pure “culonomici”… Ma quante scope producete mediamente?
- Circa 500 al mese
- Esticazzi! Ma la signora si infila nel culo tutte e 500 le scope?
- Naturalmente no, di quelle standard se ne prendono una cinquantina a caso e testa solo quelle, mentre quelle customizzate vanno provate tutte ad una ad una. Pensa che in 27 anni di attività ci sono stati solo 6 incidenti. Ovviamente abbiamo ripagato i clienti che avevano avuto questo disagio.
- Va Beh ve la sarete cavati con poco no?
- Scherzi??? Sai quanto costano le nostre scope? Quelle base 1.500 euro con gli optional e le personalizzazioni il prezzo può arrivare anche a 5.000 euro e oltre.
- Porca miseria! 1.500 euro per una scopa che se ti va male prima di arrivarti a casa è anche finita nel culo della tipa in tailleur?
- A parte che molti dei nostri clienti pagano un sovrapprezzo per ricevere il video della loro scopa in fase di test, anzi ci chiedono espressamente di testarla in particolari condizioni d'uso, che so, sotto la doccia, in piscina o al mare o con la nostra addetta sdraiata sul tavolo della cucina a gambe larghe o a pancia in giù sulla spianatoia ancora sporca di farina o inginocchiata a culo in alto su una poltroncina..., le scope che facciamo sono fatte con un legno particolarissimo, un legno che ha una temperatura di 37 gradi e che se strofinato rilascia un particolare profumo che stimola le endorfine nel cervello. Insomma, le nostre scope servono letteralmente per scopare.
- Ho capito, in pratica tu vendi scope con cui la gente poi scopa giusto?
- Si le mie scope servono per scopare, poi ognuno può utilizzarle per quello che vuole, io mica sto li a sindacare, volendo sono anche oggetti d'arredo, ma le mie scope per scopare sono decisamente il top del top.
Restai in silenzio per un po’ mentre le rotelline del mio cervello iniziavano a girare.
Intanto faccia stropicciata continuava a guardare quasi in stato di trance il filmato della tizia in tailleur che senza scomporsi, si impalava su un nuovo manico di scopa fissato a un buco del pavimento per fare in modo che ne spuntasse solo una delle due estremità per circa 50 centimetri che riusciva a prendersi tutti in culo esibendosi in una elegante spaccata, sorridendo con nonchalance alla telecamera. Un manico di legno che in seguito qualcuno avrebbe usato per scopare, farsi scopare o auto scoparsi.
Pensai che il mondo è un posto decisamente bizzarro e con tante opportunità di business ancora inesplorate.
Pensai anche che io a casa avevo solo un vecchio folletto, ereditato da una vecchia zia che era passata ad un più tecnologico roomba, un dannatissimo aspirapolvere con il quale non scopavo ma semplicemente aspiravo, pensavo che in fondo era bello pensare a come per una volta le cose avessero il nome che meritavano senza nascondere significati diversi e che la semplicità non era per nulla male.
- Senti maaaa…, una domanda. E se la tipa in Tailleur si ammala? O se va in ferie? Voi che fate? Fermate la produzione?
- Beh si, in effetti questo è un problema. Poi a parte chiederle di fare degli straordinari, ci sono periodi che arriviamo a pagarle anche 10.000 euro al mese, non è che visto la particolarità del lavoro, si possa chiedere e insistere più di tanto, ci piacerebbe trovare un’altra addetta alla qualità da affiancarle in modo da soddisfare le richieste in continuo aumento ma anche per avere anche un ricambio generazionale. Avevamo anche pensato di mettere un annuncio ma quando si è trattato di pensare a cosa scrivere ci siamo fermati. Perché? Pensi che la cosa ti potrebbe interessare?
- Mah… In effetti a pensarci bene, fino ad oggi, in un modo o nell’altro me l’hanno sempre messo nel sedere e non ci ho mai guadagnato anzi…
Il cellulare di faccia stropicciata squillò, capii che sarebbe dovuto uscire, ripresi le mie cose, mentre lui si infilava le scarpe. Sempre con il cellulare in mano uscimmo dalla sua casa. Non capivo bene con chi parlasse ma erano questioni lavorative.
Riattaccò il telefono.
- Scusami devo andare, mio cugino sta facendo un macello a lavoro
- Anche tuo cugino fa parte dell’azienda?
- No no, mio cugino con la sua famiglia ha un attività simile alla nostra, sempre artigianale, ma loro costruiscono seghe. L’addetto che gli fa i controlli di qualità ha avuto un incidente è già il terzo quest'anno. Senti ti lascio il mio numero, pensa alla mia proposta. Potresti iniziare già dalla settimana prossima, ovviamente partendo da zero dovresti esercitarti un po’ anche a casa all’inizio ma secondo me hai del potenziale e lo stipendio è molto interessante. Ora scusami ma devo proprio scappare.
Incamminandomi verso la mia scassatissima panda e pensando a quella strana proposta di lavoro che avrebbe risolto molti dei mie problemi, mi balenò nel cervello una sola domanda: ma se uno con le scope ci scopa, vuoi vedere che allora uno con le seghe si sega?
Azz! Povero addetto al controllo qualità.
Nemesi
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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